Milazzo. “La Repubblica di Arlecchino”. Il libro di Mario Landolfi presentato in aula consiliare
Un titolo eloquente per un libro che analizza la governance italiana, in una lotta tra governo centrale e regionalismo che tenta quasi di indebolire lo Stato. Una riforma del Titolo V della Costituzione che ha riguardato le regioni e la propria autonomia decisionale: un inganno, una trappola che rischia di delegittimare il potere centrale e favorire il divario tra regioni del nord e quelle del sud. Di questo si è discusso in aula consiliare ieri pomeriggio, 26 maggio, con l’autore del libro “La Repubblica di Arlecchino” Mario Landolfi. L’incontro è stato fortemente voluto dall’avvocato Maria Rosaria Cusumano, presidente dell’associazione Sciarpa bianca. Presenti il sindaco di Milazzo Pippo Midili, che ha dialogato con l’autore insieme all’avvocato Domenico Nania. A moderare l’incontro la giornalista Alessandra Formica. Un incontro partecipato anche dal pubblico presente in aula e che ha messo in evidenza tutte le perplessità sulla reale tenuta dei governi succedutisi in Italia, in un sistema che consente alle regioni una autogestione pericolosa. E l’evidenza di quanto sia debole lo Stato si è resa evidente con la pandemia, una gestione della stessa a cui l’Italia, come dice l’autore Landolfi “non è arrivata preparata, contrariamente a quanto Conte dichiarava alla stampa”. “Ci siamo accorti in ritardo di quello che stava succedendo con la riforma del Titolo V della Costituzione, quando ormai ben poco poteva essere fatto, ha affermato Midili dicendosi preoccupato da questo tipo di riforma”. A fargli eco l’avvocato Nania che ha sottolineato come gli stessi siciliani abbiano bocciato il referendum sulle autonomie differenziate, senza rendersi conto di cosa andassero a votare. In tutto questo ha avuto un ruolo determinante anche una comunicazione difettosa, che tende a nascondere i punti cardine di una legge “manovrando” a proprio favore le notizie da far passare rispetto ad altre. E mentre tutti vanno avanti l’Italia si dimena in un ginepraio di leggi ed un’autonomia che alcune regioni reclamano sempre maggiore, ma che rappresenterebbe la morte per altre regioni, sottomesse alle più forti e quindi destinate a vivere del proprio orticello. Un libro dunque che analizza i fatti di storia dell’Italia recenti ma con uno sguardo al passato indispensabile per capire questo scarso senso di identità di cui soffre il Bel Paese.