I diritti dei bambini
“L’umanità deve all’infanzia il meglio di ciò che ha da offrire“ , queste furono le parole pronunciate a New York, il 20 novembre 1989, dall’allora Segretario Generale Kofi A. Annan, di fronte all’Assemblea delle Nazioni Unite. Da quel giorno il 20 novembre è l’anniversario della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia. L’adozione della convenzione internazionale è stata una pietra miliare per i diritti dei bambini: per la prima volta i bambini sono stati considerati come persone che partecipano attivamente alle decisioni da prendere.
Una decisione storica, eppure solo un piccolo tassello nel lento e graduale cammino verso il riconoscimento dei diritti umani dell’infanzia. Alla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia aderiscono oggi 193 paesi al mondo, tra i quali, dal 27 maggio 1991, anche l’Italia.
La Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia rappresenta il primo strumento di tutela internazionale che sancisca nel proprio testo le diverse tipologie di diritti umani: civili, culturali, economici, politici e sociali, nonché quelli concernenti il diritto internazionale umanitario. Esso recita in apertura «ai sensi della presente Convenzione si intende per bambino ogni essere umano avente un’età inferiore ai 18 anni» e prosegue mettendo in luce dibattiti e compromessi riguardo alla protezione del bambino prima della nascita.
Essa prevede anche un meccanismo di controllo sull’operato degli Stati, che devono presentare a un Comitato indipendente un rapporto periodico sull’attuazione dei diritti dei bambini sul proprio territorio. L’Italia fino ad oggi presentato al Comitato sui Diritti dell’Infanzia quattro rapporti.
La Convenzione è composta da 54 articoli e da tre protocolli opzionali (sui bambini in guerra, sullo sfruttamento sessuale, sulla procedura per i reclami).
Sono quattro i principi fondamentali della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza:
a) Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori.
b) Superiore interesse (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l’interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità.
c) Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6): gli Stati devono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati.
d) Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.
Nonostante il generale consenso sull’importanza dei diritti dei più piccoli, ancora oggi molti bambini e adolescenti, anche nel nostro Paese, sono vittime di violenze e abusi, vengono discriminati ed emarginati, o vivono in condizioni di grave trascuratezza anche a causa di condizioni di povertà sempre più frequenti.
Associazioni come Unicef e Telefono Azzurro svolgono un ruolo fondamentale nel monitoraggio e da anni promuovono campagne internazionali affinché la tutela dell’infanzia sia realmente garantita su scala mondiale.
La campagna Unicef di quest’anno ,in occasione del 20 novembre, si chiama: “Indigniamoci!” ed è dedicata ai bambini migranti e rifugiati, i cui diritti sono spesso violati. Mai così tanti bambini e adolescenti, nel mondo, sono in fuga da guerre, miseria e persecuzioni. Mai così tanti in Italia ed Europa. Le emergenze circa il mondo dell’infanzia riguardano i bambini immigrati ma anche i bambini italiani: pensiamo alle criticità di tipo economico, sociale e familiare che vivono le famiglie italiane, che spesso, loro malgrado, non riescono a provvedere ai loro bisogni. Le istituzioni devono impegnarsi concretamente a favore dell’infanzia garantendo maggiori risorse umane ed economiche alle scuole, ai servizi sociali, alle famiglie in difficoltà. Perché su tutto si può risparmiare ma non sulle condizioni di vita e sul futuro dei bambini.
Donatella Manna