Aeroporto del Mela. Una storia lunga 20 anni. La teoria della “nnacata” seconda parte.
A sentire le dichiarazioni di tutti, sembra quasi che si stia parlando di qualcosa di nuovo. Non è così e per i più giovani o per gli “smemorati” della politica e non, è bene ricordare come nasce l’Idea dell’Aeroporto del Mela che con gli indiani (intesi come holding provenienti dall’India) non c’entra proprio nulla. La storia inzia nel lontano 1995 e si protrae, nella sua nascita fino alla fine del 1999. Sin dal 1995 i territori di Barcellona Pozzo di Gotto e di Milazzo immaginano un futuro che passi attraverso il turismo e la possibilità di potenziare i collegamenti con il resto del Mondo per favorire lo sviluppo del florovivaismo che comincia, in quell’epoca a vedere un aumento dei flussi di esportazione. Studi di fattibilità commissionati dal Comune di Milazzo e dal Comune di Barcellona dimostrano che, su cinque ipotesi verificate, la migliore risulta essere quella che interessa una vasta area del territorio di Barcellona Pozzo di Gotto, in contrada Camicia, ed una parte residuale nel Comune di Milazzo. Entrambe le zone a prevalente presenza di territori agricoli o incolti. CI studiano sopra eminenze del settore delle migliori università italiane e l’idea progettuale originaria viene messa nero su bianco dallo stesso progettista dell’Aeroporto di Malpensa a Milano. Non è roba da poco. Nel 1999 i Sindaci dell’epoca di Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto, Carmelo Pino e Francesco Speciale, pongono in essere un protocollo d’intesa che viene denominato “Patto del Longano e del Mela” utile fra l’altro anche “per la realizzazione di un aeroporto regionale a bassa frequentazione nel territorio dei due comuni”. Insomma, nel 1999, indipendentemente dall’essere favorevoli o contrari, i due Comuni studiano una strategia per il territorio. C’è anche il nome della società da costituire con capitali misti pubblico- privati che si dovrebbe chiamare GESAM spa. Un progetto di futuro per l’intera zona che certo non ha riscontri nella politica locale siciliana dell’epoca e, men che meno, in quella attuale. Nel protocollo d’intesa, i due Sindaci dell’epoca giudicavano strategica la proposta di realizzare un aeroporto regionale e argomentavano così : «come un passo avanti nel concreto programma di rilancio economico e sociale già messo a punto, e che si inquadra nell’ottica della valorizzazione del territorio, nella promozione di iniziative e interventi strutturali nel campo dei beni culturali, ambientali e del turismo. In questa logica ecco l’aviosuperficie sarà altamente funzionale all’intero hinterland, Isole Eolie comprese . Sono innumerevoli i vantaggi derivanti dalla realizzazione di un aeroporto nel territorio del Longano e del Mela, destinato come sarà a garantire una molteplicità di servizi, oggi totalmente inesistenti, sia in situazioni di emergenza quali per esempio il trasporto sanitario urgente, le operazioni di salvataggio, di evacuazione e soccorso, sia nel settore del trasporto pubblico passeggeri, a beneficio della popolazione residente, di quella stagionale e, soprattutto, per i flussi turistici». Appena mesi dopo, cambiano i Sindaci e cambiano le strategie di sviluppo. A dire il vero le strategie nuove non ci sono ma si cominciano a delineare una lunga serie di No o di “meglio dimenticare”. Anche se la Regione prima e la Provincia di Messina dopo, capiscono perfettamente che l’Isola, la Sicilia non può prescindere da un collegamento aeroportuale che sopperisca alla evidente carenza di rete stradale e ferroviaria insufficiente e tale rimasta, salvo sporadiche eccezioni, fino ad oggi. Già i consigli comunali delle due città nel 2003, esattamente tra il 28 febbraio ed il 2 di marzo, promuovono l’idea dell’Aeroporto ed a seguire anche altri Comuni della zona, tanto da raggiungere l’80 per cento delle popolazioni interessate dalla ipotesi di realizzazione del nuovo Aeroporto. Anche gli studi sui flussi, svolti sempre tra il 95 ed il 98 parlano di numeri certamente interessanti. Ma la politica ha i suoi tempi e, soprattutto, i suoi oppositori. L’idea non piace a certa sinistra che in quel momento è presente in provincia di Messina, a cominciare dall’amministrazione comunale di Milazzo dell’epoca 2000-2005, ma anche a certa destra che invece governa a Barcellona Pozzo di Gotto. Scaduti i vincoli del PRG, in quelle aree, ritenute necessarie alla realizzazione di un Aeroporto, si costruisce in lottizzazioni e così, mentre da una parte si parla di progetto interessante, dall’altra si autorizzano costruzioni nuove sulla stessa zona. Un guazzabuglio classico della politica siciliana. L’idea risorge ad ogni competizione elettorale creando sempre spaccature e divisioni. In ultimo a Milazzo, l’attuale Sindaco sottoscrive in campagna elettorale una intesa con il PDR che chiede, nei dieci punti programmatici, la realizzazione dell’Aeroporto, diventato nel frattempo, del Mela. Solo nelle parole, ma nei fatti parecchi dei gruppi che appoggiano l’attuale amministrazione sono contrari. Anche a Barcellona Pozzo di Gotto non si fa differenza. In assenza di una progettualità nuova per il territorio, si va avanti a spot. Nessuna parola chiara. La “nnacata” vince ancora. Aeroporto si, però. Aeroporto no, ma anche si vedrà. L’arrivo di un gruppo di investitori Indiani riapre il dibattito e nessuno si fa mancare l’occasione di un’intervista. Tra questi Vito Riggio, presidente dell’Enac che rilascia dichiarazioni al giornale “ La Sicilia” di Catania, quotidiano maggiormente diffuso in un’area che chiaramente, per interessi di tutela dell’Aeroporto di Fontanarossa, non vede di buon occhio lo spostamento di flussi passeggeri e merci in altre zone. Si può comprendere. Anche alla luce dei recenti investimenti di ampliamento dell’Aeroporto catanese e dei nuovi centri commerciali sorti nei pressi. Come dire a tutti di stare tranquilli. Riggio non entra nel merito della bontà o della fattibilità dell’Aeroporto, limitandosi a dire che la rete Aeroportuale italiane deve essere ridotta e non aumentata. Certo, a leggere dove ci sono aeroporti in Italia non si può che concordare. Ma è probabile che dovrebbero saltarne più di quanti prevede Riggio e magari migliorare la rete dei trasporti nel resto del Paese. Basta leggere quanto, a questo proposito scrive la Commissione Europea. Ma anche la regione ci mette del suo. La Lo Bello, dimenticando di come il suo stesso partito sia schierato nelle zone interessate, sottolinea l’utilità di un Hub aeroportuale e quindi, di conseguenza, anche di un Aeroporto. Anche l’Onorevole Scilipoti interviene ma sulle sue dichiarazioni è meglio “sorvolare”. Ancora una volta la “nnacata” prende il sopravvento. Ma di progettualità unica per il territorio non se ne discute neanche lontanamente. In questo marasma c’è da scommettere che come sempre si rinvierà tutto ad altre occasioni. Nel frattempo almeno, adesso si sa come è nata l’idea, il perché e chi prima era contro e poi a favore e viceversa.