2 Novembre, Origini e curiosità sulla “Festa dei Morti”
Mercoledì 2 novembre si celebra la Commemorazione dei Defunti, una giornata nel ricordo delle care persone che ognuno di noi ha perso. La festa dei morti è una ricorrenza della Chiesa Cattolica non ancora ufficialmente istituita come festività civile. Andando indietro nel tempo, l’Enciclopedia Britannica (1910) afferma che la celebrazione del Giorno dei morti si basa sulla dottrina che “le anime dei fedeli che alla morte non si sono purificate dai peccati veniali, o non hanno espiato le colpe passate, non possano raggiungere la Visione Beatifica, e che possano essere aiutate a conseguirla attraverso la preghiera ed il sacrificio della messa”. La commemorazione dei defunti prende spunto da un rito bizantino che celebrava i morti la Domenica che precede di due settimane l’inizio della quaresima (fine gennaio, inizio febbraio), nella Chiesa Latina invece il rito commemorativo risale all’abate benedettino Sant’Odilone di Cluny nel 998, stabilendo che le campane dell’abbazia dovessero suonare con rintocchi funebri dopo i vespri del Primo Novembre; la festività apparve comunque ufficialmente per la prima volta nell’Ordo Romanus del XIV secolo (raccolta di rubriche cerimoniali). In Sicilia la festa dei Morti è una ricorrenza molto sentita che risale intorno al X secolo, basata sull’antica leggenda che la notte fra l’1 ed il 2 novembre i defunti vadano a visitare i propri cari ancora in vita recando doni ai bambini, credenza tutt’ora in voga anche in paesi come il Messico e nelle Filippine. Ogni regione italiana ha le sue tradizioni per questa commemorazione, in Lombardia ad esempio la notte fra l’1 e il 2 novembre si mette in cucina un vaso di acqua fresca per dissetare i morti; in Friuli si lascia un lume acceso, un secchio d’acqua e del pane; nel Trentino le campane vengono fatte suonare per ore per richiamare le anime che si radunano intorno alle case per spiare dalle finestre; in Umbria si svolge la Fiera dei Morti, un rituale che simboleggia i cicli della vita; nel Veneto gli amanti offrono alle promesse spose un sacchetto con dentro fave in pasta frolla colorata, gli “Ossi da Morti”, per scongiurare la tristezza; in Abruzzo si lasciano dei lumini accesi alla finestra tanti quante sono le anime care perse; in Sardegna la mattina del 2 novembre i ragazzi vanno in giro di casa in casa chiedendo offerte e ricevendo pane di casa, fichi secchi, mandorle, ecc.. ; infine a Roma, una vecchia tradizione voleva che si consumasse il pranzo accanto alla tomba di un parente, un’altra tradizione romana era riservata per le anime che avevano perso la vita nel Tevere, quando al tramonto ci si recava sulle sponde del fiume per celebrare il rito in suffragio di queste povere anime.