Milazzo. Acqua non potabile nella Piana per motivi sconosciuti. Il Comune per mesi senza analisi obbligatorie per legge.
Il grave problema dell’acqua non potabile è finalmente arrivato in aula consiliare. Squarciato il velo che ha coperto in maniera anomala un fatto che ha gettato nello sconforto migliaia di famiglie di Ciantro, San Paolino ed altre zone della Piana di Milazzo prima di ridursi alle sole case di Via Albero. Attacchi frontali in aula per il silenzio dell’amministrazione sulla vicenda.
La mancanza di comunicazione, il mancato supporto ai cittadini delle zone interessate, soprattutto agli anziani ed ai bambini. Una approssimazione nel gestire l’intera situazione che la dice lunga sulla incapacità politica dell’amministrazione Formica che dovrà daare risposte concrete alla città su questo argomento. Il perchè del mancato utilizzo del Sistem Alert, il sistema che avvisa anche sul telefono di casa delle problematiche di interesse generale per la città, probabilmente non rinnovato alla scadenza nonostante si sia rilevato strumento fondamentale ed essenziale in casi del genere ed a cui invece si è preferito il rinnovo dell’APP per telefonini e tablet, costo di oltre 200 euro al mese, ma che non raggiunge chi non è in possesso di smart-phone e tablet.
Insomma un pasticcio, una scelta che di strategico ha ben poco e che ha comportato per parecchie persone delle zone con acqua inquinata di venirne a conoscenza con molte ore di ritardo se non addirittura dopo alcuni giorni. Se il guaio fosse stato più grosso e di immediata comunicazione, purtroppo si sarebbero verificati problemi a raffica per i milazzesi.
La mancata attivazione del COC, il centro operativo comunale perchè, verosimilmente, il problema non è stato ritenuto meritevole di attenzione costante e di una presenza di Protezione Civile, Vigili Urbani e Forze dell’Ordine per gestire la situazione. Eppure per giorni e giorni le case di famiglie milazzesi presentavano la presenza di batteri fecali in quantità incredibile. Oltre 120 volte il consentito. Una follia. Che solo una forte presenza di ammonio ha consentito di scoprire, altrimenti chissà quando ci si sarebbe accorti della grave problematica per la salute dei cittadini.
Già, perchè il Comune di Milazzo per ben 9 mesi non ha effettuato le analisi che la legge prevede vadano effettuate sulle acque che vengono fornite ai cittadini. Poco conto che alcune analisi sono state eseguite dall’ASP, che deve anch’essa farle per legge. Sono analisi di qualità diversa perchè fatte in alcuni punti diversi e solo in alcuni a differenza di quanto invece prevede la legge che impone al gestore del servizio idrico, a Milazzo il Comune, di eseguire analisi costanti su tutti i punti di erogazione acqua.
Nessuna di queste analisi è stata eseguita per ben nove mesi e solo a giugno del 2017 si è ripreso ad eseguirle ma non in tutti i punti. Dati di fatto certi e documentati, in parte confermati in aula dal Funzionario tecnico del Comune di Milazzo che ha anche ammesso che ad oggi dell’origine del problema non si hanno certezze.
L’unica cosa certa è che in Via Albero anche le penultime analisi hanno confermato la presenza di batteri fecali e che si continua ad analizzare il tutto. Analisi che adesso saranno pubblicate sul sito del Comune e quindi aperte alla visione di tutti i cittadini ceh si potranno rendere conto di quanto sia stata inquinata l’acqua del Ciantro e di San Paolino e che, certamente, uan maggiore comunicazione e trasparenza non avrebbe guastato e, di sicuro, non guasterà in futuro. Con la speranza che un settore così importante e vitale venga monitorato come la legge prevede e che chi non ha eseguito le dovute analisi venga sottoposto ad un procedimento per avere contravvenuto, senza apparente motivo, ad un obbligo imposto dalla normativa e che, elemento di non poco conto, riguarda in maniera fondamentale la salute dei cittadini di Milazzo.