Operazione Beta. La città degli insospettabili e la Mafia Catanese. I colletti bianchi e gli affari sporchi.
A finire in manette sono stati in 28, per altri due l’arresto è stato solo rinviato trovandosi al momento fuori Italia. Affari che andavano dal controllo delle slot machine all’acquisto di immobili da destinare poi ad alloggi popolari. Una fitta rete di picciotti e di relazioni con i colletti bianchi tale da poter gestire a proprio piacimento parecchie delle attività che si svolgevano a Messina.
Al centro delle varie operazioni i rappresentanti in città del Clan Santapaola, i Romeo. Vincenzo e Francesco Romeo, cognato e nipote del boss Nitto Santapaola, erano ormai completamente a proprio agio nel gestire parte dell’economia legale della città di Messina. In ogni posto dove era necessario, ecco che il clan riusciva ad avere agganci. Dagli uffici del Comune a quelli della Procura o agli uffici delle forze dell’ordine.
Una fitta rete di complicità che è stata scoperta con un lavoro lungo e certosino portato avanti dai Carabinieiri. mesi e mesi di lavoro, di intercettazioni telefoniche ed intercettazioni ambientali. Uno spaccato che ha dato chiara l’idea del mondo della mafia ma anche del mondo che fa parte della cosiddetta società civile. I clan messinesi che acconsentivano alla situazione di governo della famiglia Romeo e quindi dei Santapaola in città.
Ancora da delineare e definire l’infiltrazione del clan all’interno delle istituzioni e dei professionisti coinvolti. Personaggi che a Messina rappresentano parte della società che conta e che oggi sono finiti in prima pagina. Una serie di reati che vanno dall’associazione mafiosa, alla corruzione, frode, truffa, gestione di gioco illecito, al concorso esterno contestato all’Avvocato Lo Castro. Sul fondo operazioni di riciclaggio di denaro provenienti da attività illecite commesse in varie provincie siciliane ma anche in altre Regioni.
Ecco i nomi degli arrestati nell’operazione Beta: Ai domiciliari invece Francesco Romeo, Italo Nebiolo , Salvatore Boninelli ed i messinesi Silvia Gentile (46), Stefano Giorgio Piluso (48), Maurizio Romeo (37), Gaetano Lombardo (41), Giuseppe Amenta (48), Lorenzo Mazzullo (52). In carcere Vincenzo, Benedetto, Pasquale e Antonio Romeo, Stefano Barbera, il geometra Biagio Grasso, Giuseppe Verde (32 anni), Marco Daidone (44), Nunzio Laganà (42), l’avvocato Andrea Lo Castro, l’attuale Dirigente del Comune di Milazzo Raffaele Cucinotta, i catanesi Salvatore Galvagno, Carmelo Laudani e Vincenzo Santapaola, il Siracusano Roberto Cappuccio , Mauro Guarnieridi Milano, Antonio e Salvatore Lipari.